OMEOFOBIA – Analisi dei documenti che affermano che l’Omeopatia è solo un placebo

Ciro D’Arpa

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Descrizione

Presentazione a cura del dr. Salvatore Amato – Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Palermo:
Invitato dal collega autore a presentare questo lavoro, ben volentieri accetto, dopo averlo letto e trovato interessante.
Devo necessariamente premettere che la mia attività professionale si è sempre basata sulla cosiddetta “Medicina Scientifica” e che non sono affatto competente in Medicina Omeopatica.
Sono competente tuttavia sul principio che qui soltanto mi interessa evidenziare: prima di giudicare, bisogna conoscere.
Questo lavoro invita  ragionare sui dati, dei quali  presenta buona analisi documentale. Fornisce argomentazioni. 
Il mondo medico spesso si contenta di imprimatur che altri pongono alla base del suo operato, non produce una critica ragionata indipendente. Non basta qualcuno che si vesta di scienza per insegnare ad un medico come fare bene il suo lavoro. Questo libro, a mio parere, va letto così.
Occorre porsi delle domande. Poi ognuno farà quello che ritiene corretto in riferimento alla pratica medica. 
Occorre sapere come stanno le cose: prima conoscere, altrimenti trattenere il giudizio. Piuttosto che etichettare una Medicina come “non valida” perché fomentati da altri o da proprie convinzioni a priori, è opportuno rivedere la posizione del mondo medico alla luce del dubbio sistematico e intelligente.
Ogni scienza si basa su dati e teorie, ma chi decide quali criteri assumere per raccogliere i dati ed elaborare le teorie? Necessita una ricerca continua, non si dà per buona una realtà solo perché è stata costruita una ipotesi importata su base preconcetta.
Il medico è portato a pensare in un modo o in un altro a seconda delle informazioni che gli giungono. Ma ha sempre verificato le fonti? In ogni momento bisogna essere pronti a riconsiderare dati e fatti, e non contentarsi soltanto di citazioni. Dati attentamente letti, riflessioni fatte, voglia di capire meglio, capacità di esprimere il proprio pensiero.
Le competenze del medico sono un aspetto fondamentale della società e spetta lui solo coltivarle. 
È pertanto molto auspicabile spingere il mondo medico a farsi delle domande e a riflettere. Noi vogliamo essere concreti.
Non siamo scienziati, ci serviamo della scienza. La Medicina è arte che si serve intelligentemente della scienza. E la malattia non è soltanto diagnosi corretta, si basa sempre sulla persona.
La cultura medica è un pensare maturo che non è ammaliato da facili sillogismi o contrapposizioni svantaggiose. Il ragionamento non è solo quello aristotelico. 
Il principio logico del “terzo escluso”, ad esempio, non vige sempre in Medicina, che è un campo ad alta complessità: un fenomeno patologico è percepibile sotto diversi punti di vista e il migliore è invariabilmente quello che porta a una migliore prognosi e ad una terapia massivamente adeguata al singolo paziente. Che determini il beneficio migliore nella vita dell’individuo. 
La logica formale aristotelica è fatta di bianco e nero. La clinica contiene tutte le sfumature di grigio a livello soggettivo, funzionale e persino obiettivo.
Abbiamo testimonianze da territori di confine, dove risulta del tutto chiaro che la scienza e perfino i farmaci siano solo strumenti accessori del medico, il suo fine è sempre e soltanto fronteggiare nel modo più adeguato possibile la situazione clinica reale. Questa è la competenza del medico, questo è fare il medico.
In altri importanti Paesi la pluralità di intervento terapeutico è la norma, ed essa determina una ottimizzazione delle risorse sanitarie disponibili. 
Nelle nazioni più industrializzate gli scenari sono ancora diversi, e la competenza medica non costituisce solo la chiave della responsabilità clinica, ma può divenire anche presa di coscienza ed espressione concettuale che deve essere in grado di porsi come prioritaria rispetto ogni facile idea mediata indotta.
 
Autore: Ciro D’Arpa
Pagine: 56
Ed. Nuova IPSA