In questo articolo
Man mano che andiamo avanti con l’età diventa imprescindibile prestare maggiore attenzione alla salute del nostro organismo ed effettuare le analisi del sangue di base almeno una volta all’anno è uno strumento utile e pratico per tenersi monitorati.
I risultati di queste analisi, spesso trascurati, racchiudono verità profonde sul nostro stato di salute.
Un parametro fondamentale da tenere sotto controllo è il colesterolo, indicatore chiave del benessere cardiovascolare. Infatti, se il bilancino pende verso il “colesterolo cattivo“, è il momento di fermarsi un attimo e riflettere: come possiamo ristabilire l’armonia nel nostro organismo?
Esistono diverse strategie efficaci per la gestione del colesterolo in eccesso, in grado di proteggere il cuore senza rinunciare ai piccoli piaceri della vita.
Andiamo a scoprire quali sono.
Cos’è il colesterolo cattivo
Il colesterolo, di per sé, è una sostanza essenziale per il corretto funzionamento del nostro corpo: partecipa alla composizione delle membrane cellulari, alla produzione di ormoni e alla sintesi della vitamina D.
Le LDL, o lipoproteina a bassa densità (Low-Density Lipoprotein), note nel linguaggio comune come “colesterolo cattivo”, se presenti nel sangue in quantità eccessive, possono condurre a gravi problemi di salute.[1]
Quando in eccesso, infatti, il colesterolo può infiltrarsi e accumularsi nelle pareti delle arterie dando inizio allo sviluppo di placche che, nel tempo, possono restringere il passaggio sanguigno o rompersi, causando la formazione di un pericoloso trombo.[2]
Questo processo, chiamato aterosclerosi, rappresenta la principale delle malattie cardiovascolari, che comprendono anche infarto e ictus cerebrale.[3]
Ma perché il colesterolo LDL tende ad accumularsi e causare problemi?
La risposta risiede nella sua composizione e nel modo in cui viene trasportato nel sangue.
Infatti, a differenza del “cugino benevolo” HDL, o lipoproteina ad alta intensità (High-Density Lipoprotein), che raccoglie il colesterolo in eccesso dalle cellule e lo riporta al fegato per l’eliminazione o per il riutilizzo, le LDL hanno una maggiore propensione a depositare il colesterolo all’interno delle pareti arteriose.[4]
Sì, ma perché aumentano i livelli di colesterolo LDL? Vediamo quali sono le principali cause.
Le principali cause
- Genetica: alcune persone sono geneticamente predisposte ad una maggiore produzione di colesterolo LDL. Per questo motivo è importante tenere conto della propria ereditarietà, prestando attenzione ai casi di ipercolesterolemia in famiglia ed eventualmente adottare strategie di prevenzione personalizzate.
- Alimentazione: le nostre abitudini alimentari possono essere sia un medicinale che un veleno per il nostro organismo. Alimenti ricchi di grassi saturi e grassi trans, spesso presenti in prodotti di origine animale come la carne rossa, prodotti caseari da latte intero e in alcuni oli vegetali trasformati (come la margarina), agiscono come fertilizzanti nell’aumento della concentrazione di colesterolo LDL circolante. Al contrario, una dieta mediterranea ricca di fibre, proteine magre, omega-3, 6 e 9, e antiossidanti può contribuire a tenere a bada il colesterolo indesiderato.
- Stile di vita sedentario: l’attività fisica è un’ottima compagna quotidiana capace di agire positivamente sul metabolismo lipidico e di controllare i livelli di colesterolo. Tra i diversi tipi di attività sportiva, risulta particolarmente utile quella aerobica, risultando efficace nel miglioramento del profilo lipidico ematico e costituendo un fattore di protezione cardiovascolare.[5]
- Fumo: il fumo danneggia le pareti delle arterie, rendendole più suscettibili all’infiltrazione del colesterolo. Inoltre, le sostanze chimiche presenti nel fumo di tabacco possono alterare il metabolismo fisiologico del colesterolo.[6]
- Obesità: un eccesso di peso, specialmente se derivato da un’alimentazione poco sana, può alterare il metabolismo dei lipidi, favorire l’infiammazione e sostenere tutti quei processi che portano all’accumulo di colesterolo nelle arterie.[7]
Altre condizioni associate a livelli elevati di colesterolo includono il diabete, l’insufficienza renale cronica, la sindrome nefrosica, l’ipotiroidismo e l’età.[8]
Quali sono le differenze tra il colesterolo buono e il colesterolo cattivo?
Il colesterolo HDL viaggia nel flusso sanguigno con la missione di raccogliere il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici e di trasportarlo al fegato, dove verrà smaltito o riutilizzato per i fini visti in precedenza.
È facile intuire quindi perché l’HDL sia considerato “buono”: agisce come “trasportatore del colesterolo”, riducendo il rischio di aterosclerosi e promuovendo la salute cardiovascolare.
Il colesterolo LDL, invece, se presente in eccesso nel circolo ematico, può infiltrarsi nella parete delle arterie e innescare un processo infiammatorio che conduce alla formazione di placche aterosclerotiche. Queste placche potrebbero dare origine a trombi che, molto fragili, possono staccarsi e determinare problematiche cardiovascolari.
È proprio per questa tendenza a creare problemi che l’LDL ha guadagnato l’infamante titolo di colesterolo “cattivo”.[9]
In poche parole, mentre il colesterolo LDL può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, l’HDL aiuta a proteggere il cuore mantenendo pulito il sistema circolatorio.
Quindi, per una salute cardiovascolare ottimale, è fondamentale mantenere un buon rapporto tra LDL e HDL, caratterizzato da bassi i livelli di LDL e alti di HDL.
Come si calcola il colesterolo buono e quello cattivo?
Solo sottoponendoci alle analisi del sangue possiamo conoscere la composizione del nostro profilo lipidico ematico e monitorare i vari parametri: colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL e trigliceridi.[10]
Colesterolo totale
Questo parametro rappresenta la somma di tutte le forme di colesterolo nel sangue, inclusi HDL e LDL.
Valori di colesterolo totale al di sotto dei 200 mg/dL[11] sono generalmente considerati indicativi di un profilo lipidico ottimale. Al contrario, valori superiori segnalano la potenziale presenza di ipercolesterolemia e necessitano di un’analisi approfondita.
In quest’ultimo scenario è fondamentale identificare eventuali fattori di rischio aggiuntivi e, se necessario, implementare strategie di intervento mirate.
Colesterolo LDL
I livelli di colesterolo LDL, noti per la loro correlazione con l’aterosclerosi e gli eventi cardiovascolari avversi, sono considerati ideali se inferiori a 130 mg/dL. L’intervallo tra 130 mg/dL e 150 mg/dL è considerato potenzialmente dannosa, mentre livelli superiori a 150 mg/dL richiedono un trattamento terapeutico tempestivo.[12]
Colesterolo HDL
Parallelamente, un livello di HDL superiore a 60 mg/dL è associato a una funzione protettiva del sistema cardiovascolare, grazie alla sua capacità di contenere l’accumulo aterosclerotico nelle pareti vascolari.[13]
Trigliceridi
Per quanto riguarda i trigliceridi, valori al di sotto dei 150 mg/dL indicano un profilo lipidico favorevole.
Concentrazioni più elevate richiedono un’indagine approfondita per identificare potenziali disordini metabolici sottostanti e per l’implementazione di adeguati interventi dietetici e farmacologici.[14]
Ricordate, ogni numero racconta una storia; spetta a noi ascoltarla e agire di conseguenza.
Come si può vincere con una buona alimentazione?
Sconfiggere l’eccesso di colesterolo “cattivo” e promuovere una salute cardiovascolare ottimale attraverso l’alimentazione è un’avventura culinaria che va ben oltre il semplice evitare certi alimenti.
Si tratta di abbracciare un approccio olistico alla nutrizione, dove ogni pasto rappresenta un’opportunità per nutrire e proteggere il nostro organismo.
Innanzitutto, è fondamentale fare il pieno di frutta e verdura in quanto ricchi di nutrienti essenziali, fibre e antiossidanti. Questi alimenti aiutano a combattere l’infiammazione e a ridurre i fenomeni che conducono alla formazione della placca aterosclerotica.
Inoltre, è importante prediligere fonti di proteine magre, come la carne bianca al posto della carne rossa, e optare per alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi come:
- omega-3, presente, in particolare nel salmone, nello sgombro e nelle sardine, e nei semi di lino, nelle noci e nell’olio di canapa
- omega-6, contenuti negli oli vegetali come quello di girasole, mais e soia
- omega-9, presente in alcuni tipi di pesce come, ad esempio, il tonno e il pesce spada, e anche nelle nocciole, nelle mandorle e nel burro di arachidi, seppur in minima quantità.
Questi alimenti non solo offrono proteine di alta qualità, ma anche grassi benefici che sostengono la salute del cuore.
Anche i legumi, come lenticchie e fagioli, sono eccellenti fonti di proteine e fibre, che possono aiutare a ridurre i livelli di colesterolo LDL.
Inoltre, è necessario limitare il consumo di grassi, fatta eccezione per quelli mono e polinsaturi, considerati “buoni”, i quali possono aiutare a migliorare i livelli di colesterolo HDL. Questi sono contenuti, ad esempio, negli oli vegetali non trasformati, come l’olio extravergine di oliva, e in alimenti come l’avocado, i semi e le noci.
Alimenti ricchi di fibre, come i cereali integrali, l’avena, l’orzo e la frutta con la buccia, sono essenziali per legare il colesterolo nel tratto digestivo e favorirne l’eliminazione. Un’introduzione graduale di più fibre nella dieta può infatti aiutare il nostro organismo a trarre il massimo beneficio da questi nutrienti.[15]
Infine, il metodo di cottura degli alimenti riveste un ruolo cruciale: la bollitura e la cottura a vapore non richiedono l’aggiunta di ulteriori grassi e sono perciò da preferire. Da evitare, invece, la frittura.
Infine, è fondamentale mantenere il corpo ben idratato per favorire il metabolismo e la funzionalità di tutti gli organi. È importante ricordare che la quantità consigliata di acqua da introdurre giornalmente è di circa 2 litri al giorno per le donne e di 2,5 litri al giorno per gli uomini.[16]
Le bevande alcoliche, invece, possono peggiorare il profilo lipidico, aumentando il rischio di patologie cardiovascolari. Tuttavia, una piccola eccezione può essere fatta per un moderato consumo di vino rosso (1 bicchiere al giorno per le donne, 2 bicchieri al giorno per gli uomini): i composti antiossidanti presenti possono offrire alcuni benefici al cuore e al sistema cardiovascolare.[17]
Attenzione, però, a non esagerare!
Cosa posso prendere di naturale per abbassare il colesterolo?
Nella ricerca di metodi naturali per la gestione del colesterolo, molte persone preferiscono rimedi alternativi che possano offrire benefici senza gli effetti collaterali tipici dei farmaci convenzionali.
Tra le opzioni più note ma anche tanto discusse troviamo:
Alimenti e sostanze naturali
- Fibre solubili, contenute in alimenti come avena, orzo, legumi, frutta e verdura, possono aiutare a ridurre il colesterolo LDL (il colesterolo “cattivo”) nel sangue. Le fibre solubili, infatti, si legano al colesterolo nell’intestino, interferendo con il suo assorbimento e favorendone l’eliminazione.
- Noci e semi, ricchi di acidi grassi essenziali polinsaturi omega-3, 6 e 9 possono contribuire a migliorare il profilo lipidico, riducendo il colesterolo LDL e aumentando quello HDL (il colesterolo “buono”).
- Steroli e stanoli vegetali, presenti naturalmente in semi, oli vegetali, ortaggi e cereali integrali, hanno una struttura chimica simile a quella del colesterolo e possono aiutare a limitarne l’assorbimento a livello intestinale.[18]
Integratori e prodotti naturali
… a base di Momast, un complesso polifenolico attivo naturale composto principalmente da idrossitirosolo, tirosolo e verbascoside. Recenti ricerche,[19] condotte dall’Università degli studi di Milano, hanno evidenziato il potenziale di Momast come agente ipocolesterolemizzante. Tali studi hanno infatti dimostrato che Momast può inibire l’enzima 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi, cruciale nella sintesi del colesterolo senza effetti collaterali per l’organismo. Esistono anche altri prodotti come, ad esempio, il riso rosso fermentato che agisce in modo analogo alle statine, farmaci comunemente prescritti per abbassare i livelli di colesterolo. Tuttavia, essendo un prodotto naturale il cui contenuto di monacolina k (sostanza da cui deriva l’effetto benefico del riso rosso fermentato) può variare da un lotto all’altro, stabilire il giusto dosaggio da assumere è difficile.
Bisogna tener conto che, grazie al Regolamento Europeo 860/2022, a partire dal 21 giugno 2022, il quantitativo massimo di monacoline che può essere contenuto negli integratori alimentari, passa da 10 mg ad un massimo di 3 mg giorno.
Il limite posto a seguito della valutazione di numerose segnalazioni di Farmacovigilanza che riguardavano un’incidenza di effetti avversi non trascurabile e suggerivano un profilo di rischio per la Monacolina K molto simile alle statine (ad esempio dolori muscolari e potenziali problemi epatici).
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[1] https://www.epicentro.iss.it/colesterolo/[2] Craig M, Yarrarapu SNS, Dimri M. Biochemistry, Cholesterol. 2023 Aug 8. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan–. PMID: 30020698. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30020698/
[4] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[6] https://www.epicentro.iss.it/colesterolo/
[7] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[8] Hill MF, Bordoni B. Hyperlipidemia. [Updated 2023 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK559182/
[10] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[11] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[12] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[13] https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/
[14] Talayero BG, Sacks FM. The role of triglycerides in atherosclerosis. Curr Cardiol Rep. 2011 Dec;13(6):544-52. doi: 10.1007/s11886-011-0220-3. PMID: 21968696; PMCID: PMC3234107.
[15] https://www.humanitas.it/news/colesterolo-a-quale-eta-iniziare-a-misurarlo/
[16] https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=4460&area=acque_potabili&menu=dieta
[17] Snopek L, Mlcek J, Sochorova L, Baron M, Hlavacova I, Jurikova T, Kizek R, Sedlackova E, Sochor J. Contribution of Red Wine Consumption to Human Health Protection. Molecules. 2018; 23(7):1684. https://doi.org/10.3390/molecules23071684
[19] Bartolomei M, Bollati C, Li J, Arnoldi A, Lammi C. Assessment of the Cholesterol-Lowering Effect of MOMAST®: Biochemical and Cellular Studies. Nutrients. 2022 Jan 23;14(3):493. doi: 10.3390/nu14030493. PMID: 35276852; PMCID: PMC8838113.
[20] Cicero AFG, Fogacci F, Banach M. Red Yeast Rice for Hypercholesterolemia. Methodist Debakey Cardiovasc J. 2019 Jul-Sep;15(3):192-199. doi: 10.14797/mdcj-15-3-192. PMID: 31687098; PMCID: PMC6822657.
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