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Secondo il poeta latino Giovenale l’Uomo dovrebbe aspirare alla salvezza dell’anima e alla salute del corpo secondo il motto “mens sana in corpore sano”. L’interazione fra funzioni cerebrali e corpo rappresenta da sempre uno dei problemi più studiati e dibattuti, in particolare dalle neuroscienze.
Oggi sappiamo che una lesione di una parte del cervello influisce o annulla un determinato evento del processo di elaborazione mentale. È scientificamente provato che la lesione del lobo frontale impedisce la parola, quella del lobo temporale influenza la comprensione del linguaggio, quella del lobo parietale interferisce con il tatto, quella del lobo occipitale con la vista, quella del sistema limbico con le emozioni ed i ricordi ad esse correlati, e così via.
Sistema immunitario
Una ricerca pubblicata di recente su Nature[1] ha messo in luce come il sistema immunitario e il SNC (Sistema Nervoso Centrale) siano direttamente connessi attraverso un intreccio di vasi finora sconosciuti.
In pratica, sotto la membrana meningea più esterna è stata scoperta una rete di vasi linfatici che drena il fluido cerebrospinale e si connette ai linfonodi cervicali profondi. In questo modo fluiscono cellule immunitarie tra il cervello e il liquido che lo bagna.
Questa è la prova che la barriera ematoencefalica concede il passaggio delle cellule immunitarie al cervello. Questa via di comunicazione è a doppio senso: fa fuoriuscire dal cervello scarti del metabolismo cerebrale presenti nei linfonodi cervicali, mentre fa entrare dentro il cervello molecole e cellule immunitarie.
Tra queste le molecole di relazione, che sono in grado di indurre modificazioni biologiche sia dell’asse dello stress (ipotalamo-ipofisi-surrene) che di quello della crescita, così come possono condizionare numerose altre funzioni essenziali per l’equilibrio e la salute dell’intero organismo. Nello specifico trattasi di: citochine, i neuro-trasmettitori, i fattori di crescita, i precursori della produzione ormonale e gli ormoni).
Le citochine (i messaggeri delle cellule immunitarie) arrivano al cervello seguendo due vie: quella umorale con la circolazione sanguigna e quella nervosa attraverso il nervo vago. Nel SNC le citochine vanno ad influenzare la regolazione della pressione arteriosa e dell’equilibrio idrico, possono indurre la produzione di mediatori infiammatori (come la prostaglandina) e la sintesi di altre citochine, quindi il cervello stesso diventa un loro produttore. In sintesi, il cervello non fa eccezione: come tutti gli altri organi è coinvolto nei processi di difesa immunitaria, centrale e periferica.
È ormai noto il ruolo importantissimo svolto dall’intestino, considerato il nostro secondo cervello, in quanto rappresenta l’area più ampia di contatto e interscambio tra esterno a noi e interno, che svolge anche una cruciale funzione di filtro/barriera. In particolare sono state presentate nuove ricerche[2] che hanno dimostrato il legame tra la sindrome da intestino permeabile (Leaky Gut) e numerosi quadri morbosi, come per esempio la sindrome metabolica, alcune malattie autoimmuni, i disturbi del neurosviluppo, i deficit di fertilità, numerosi disturbi della sfera ginecologica, alcune reumo-artropatie, ecc.
Sistema nervoso
Il sistema nervoso centrale e il sistema endocrino agiscono in modo coordinato e sono connessi grazie all’ipotalamo[3].
Il meccanismo è, tutto sommato, semplice: l’ipotalamo è direttamente collegato mediante fasci di nervi alla ghiandola ipofisi. L’ipofisi si trova alla base dell’ipotalamo ed è collegata a questo mediante un peduncolo. Il sistema ipotalamo-ipofisi controlla l’intero sistema endocrino. L’ipofisi è il “cervello” del sistema endocrino.
Prendiamo ad esempio la disidratazione. L’ipotalamo percepisce le condizioni del soggetto in quel momento (diminuzione di volume e pressione arteriosa) e stimola l’ipofisi a produrre ADH (vasopressina o ormone antidiuretico). Attraverso il circolo sanguigno l’ADH giunge ai reni, che aumentano la ritenzione idrica per trattenere più acqua. Nel contempo l’ADH stimola la vasocostrizione e la pressione del sangue aumenta.
L’ipotalamo regola i bisogni di base come il respiro, il sonno, la fame, la sete e il sesso, oltre alle risposte emotive ed allo stress. Controlla numerose funzioni endocrine attraverso l’ipofisi, che a sua volta promuove il rilascio di ormoni da altre ghiandole del sistema endocrino.
La Psiche
In breve, il nostro organismo è interamente e finemente cablato: una grande influenza in questo incessante scambio d’informazioni essenziali atte a mantenerlo in equilibrio è coordinato dalle strutture centrali (Psico-Neuro). Ma, alle soglie del 21° secolo il problema mente-cervello non ha ancora ricevuto una soluzione universalmente accettata.
Meglio. Le domande che ci si pongono, da Democrito in poi, si possono riassumere così. Qual è l’autentica natura dei vari fenomeni mentali che caratterizzano la coscienza negli esseri umani? In che modo essi sono correlati ai fenomeni fisici, che si manifestano nel corpo e nel suo sistema nervoso centrale? Insomma, l’organismo non è solo un mosaico di fattori fisico-chimici, ma una totalità unica a partire dalla quale questi medesimi devono essere considerati e compresi. Pertanto, andando oltre la cultura scientifica accademica, che focalizza la sua attenzione sull’organo o sulla patologia, emerge l’importanza di prendersi cura dell’unità soma-psiche. L’uomo, infatti, è un organismo molto complesso: emozioni e conflitti sono stati d’animo, ma al contempo anche stati temporanei di recettori, neurotrasmettitori, modulatori dell’attività orto e parasimpatica, di ormoni e citochine.
L’asse PNEI
E, dunque, veniamo alla PNEI, cioè alla Psico Neuro Endocrino Immunologia, ovvero alla disciplina che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici.[4]
La sua nascita si deve agli scienziati Blelloch e Basedowski i quali scoprirono che il linfocita (cellula immunitaria) è capace di secernere non solo citochine, ma anche ormoni e neurotrasmettitori. Ulteriori studi hanno poi chiarito come questo accada anche per altri tipi di cellule, che quindi non secernono un “tipo esclusivo di sostanza”.
In breve, il sistema nervoso non mette in circolazione esclusivamente neurotrasmettitori, l’apparato endocrino solo ormoni e il sistema immunitario secerne citochine e basta. Ma l’omeostasi del nostro organismo, ovvero il suo equilibrio, la sua stabilità, nasce dall’integrazione di più sistemi: nervoso, immunitario, endocrino.
Con sistema PNEI si intende quindi un network, un cross-talk, tra questi circuiti che siamo soliti immaginare come isolati, autonomi.
Ma come avvengono tali connessioni? Un classico esempio è la comparsa di uno, o più, brufoli durante il ciclo mestruale: ad uno stimolo ormonale (il ciclo) il corpo risponde con uno stimolo immunitario (il brufolo appunto). Ancora. Sempre le modificazioni ormonali durante il ciclo mestruale sono capaci di ridurre i livelli di serotonina, la famosa “molecola della felicità”. In pratica, alcune citochine dette interleuchine (stimolo immunitario) sono capaci di ridurre i livelli di beta-endorfine, neuromodulatori implicati nel controllo dell’umore (risposta psicologica) e così via.
Il ruolo delle emozioni
Non vi sono più dubbi che il problema mente-corpo si identifichi con il problema mente-cervello. È il cervello, infatti, la sede del pensiero, della coscienza, delle emozioni, dell’intelligenza.
Prendiamo, ad esempio, il cosiddetto fenomeno dell’”arto fantasma”. Può succedere che dopo l’amputazione di un arto l’individuo possa sentire dolore o provare movimenti, proprio come se esso fosse ancora attaccato al corpo. Questo fenomeno dimostra molto chiaramente che queste sensazioni non sono localizzate nell’arto, ma nel cervello.
A questo proposito, in uno studio[5] di qualche tempo fa, il neurobiologo della New York University, Joseph LeDoux, aveva dimostrato che l’amigdala è la sede della lavorazione delle memorie emotive ed è l’area cerebrale connessa con le reazioni emotive più primitive, in particolare la paura.
L’amigdala ha numerosissimi collegamenti con altre aree cerebrali, ma due sembrano fondamentali: le cortecce prefrontali e l’ippocampo.
E’ ormai opinione condivisa che l’ippocampo sia la sede dove si sviluppa la memoria episodica ed è dimostrato che lo stress, e in genere gli eventi traumatici, esercitino una funzione inibitrice sull’attività dell’ippocampo.
Mentre, sulla base degli studi[6] di Eric Kandel, premio Nobel nel 2000 per la medicina, nello studio sulla memoria cellulare della Aplysia californica, suggerisce che “stimoli provenienti dall’ambiente (compresa la parola, l’attenzione, le emozioni e gli affetti che essa attiva) possano modificare stabilmente l’espressione proteica dei geni e la loro fissazione nelle sinapsi, creando conseguentemente una condizione di plasticità neuronale e sinaptica quale base organica della memorizzazione di una esperienza”.
Al dunque, come si conciliano tutte queste istanze? Grazie alla PNEI. Ovvero, l’orientamento scientifico Psico Neuro Endocrino Immunologico è quello che meglio studia e coniuga le relazione tra i grandi sistemi di regolazione dell’organismo umano: il nervoso, l’endocrino e l’immunitario e tra questi e la psiche, intesa come identità emozionale e cognitiva che contraddistingue ciascuno di noi.
Alterazione della PNEI
Al contrario, la condizione di malattia, che s’innesta già con l’infiammazione cronica di basso grado, che può dipendere dagli scorretti stili di vita (alimentazione sbilanciata, sedentarietà e stress, che caratterizzano la quotidianità nella nostra società) altera i grandi sistemi di regolazione del nostro organismo
In buona sostanza, siamo tutti “infiammati” e questa modificazione conduce ad alterazioni dell’equilibrio acido-base (iperacidosi) dei tessuti e diventa cronica quando le cause che l’hanno indotta si ripetono quotidianamente (stili di vita non corretti, appunto).
A loro volta, l’iperacidosi e l’infiammazione cronica determinano, nel tempo, gravi alterazioni nei sistemi di difesa (immunità) e nei grandi sistemi di regolazione del nostro corpo: gli ormoni, il cervello, le grandi ghiandole endocrine (fegato, pancreas, ipofisi, ipotalamo, tiroide, surrene, ovaio).
Come riportare l’equilibrio
La PNEI, in questo senso va guardata come un’interessante prospettiva per accompagnare la persona in un percorso di cambiamento mediante la gestione della propria salute.
Un primo, importante, passaggio per riportare l’equilibrio in un organismo alterato è rispettare le regole naturali. Regole secondo le quali “un essere vivente risponde in maniera adeguata soprattutto se lo stimolo che esso riceve è “piccolo” perché solo “piccoli” stimoli sono in grado di accendere meccanismi di autoregolazione e recupero della perfetta efficienza di un sistema biologico come la cellula”.
È, in sintesi, la Medicina Fisiologica di Regolazione, una metodica che “rispetta la fisiologia dell’organismo, in grado di innescare meccanismi di autoguarigione, capace di arrivare alla vera risoluzione della malattia senza fermarsi alla sola eliminazione del sintomo”. In che modo? Cominciando dall’utilizzo di quegli elementi nutrizionali (protidi, glucidi, lipidi) che hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento, o nel ripristino, dello stato di salute, ma assumendone in quantità fisiologiche, infinitesimali, pari alla stessa concentrazione delle nostre cellule. In un’ottica di approccio olistico alla persona, considerata nella sua complessità di mente, organismo e spirito.
D’altra parte già Marco Aurelio ci ricordava che: “Ogni cosa è profondamente intrecciata con le altre e sacro è il filo che tiene legate le cose. Nessuna, certamente, può dirsi estranea a un’altra”.
[1] Louveau A, Smirnov I, Keyes TJ, et al. Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels [published correction appears in Nature. 2016 May 12;533(7602):278]. Nature. 2015;523(7560):337-341. doi:10.1038/nature14432
[2] https://www.pharmastar.it/news/gastro/leaky-gut-sindrome-disbiosi-intestinale-collegata-allinsorgenza-di-numerose-patologie–29575
[3] https://www.treccani.it/enciclopedia/ipotalamo/
[4] França, K., & Lotti, T. M. (2017). Psycho-Neuro-Endocrine-Immunology: A Psychobiological Concept. Advances in experimental medicine and biology, 996, 123–134. https://doi.org/10.1007/978-3-319-56017-5_11
[5] https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(07)01779-4?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982207017794%3Fshowall%3Dtrue
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