In questo articolo
- 1 Quali sono i sintomi del fegato grasso?
- 2 Quali sono i fattori di rischio della steatosi epatica?
- 3 Quali sono le complicazioni che possono insorgere?
- 4 Come si può prevenire l’insorgenza della steatosi epatica?
- 5 Quali sono gli alimenti alleati per la salute del fegato?
- 6 Quali alimenti dovrebbero essere evitati in caso di fegato grasso?
- 7 Quali sono i trattamenti disponibili per il fegato grasso?
- 8 I consigli di Manas
Il fegato è un organo fondamentale per la nostra salute. Svolge oltre 500 funzioni vitali, tra cui la depurazione del sangue e il metabolismo dei nutrienti.
Ma cosa accade quando il nostro fegato inizia a soffrire?
Il fegato grasso, o steatosi epatica, è una condizione sempre più comune che interessa circa il 40% della popolazione.[1] Spesso silenziosa ma progressivamente dannosa, questa malattia può essere significativamente influenzata dalle nostre scelte quotidiane.
Comprendere le cause, riconoscere i segnali di allerta e adottare misure preventive è il primo passo per proteggere questo organo vitale e migliorare il proprio benessere generale.
Unisciti a noi nella lettura per scoprire come le tue abitudini quotidiane possono trasformarsi in potenti alleati nella lotta contro il fegato grasso e per imparare strategie efficaci per vivere una vita più sana e attiva.
Non perdere l’opportunità di fare la differenza per la tua salute!
Quali sono i sintomi del fegato grasso?
Il fegato grasso, conosciuto scientificamente come steatosi epatica, è una condizione medica caratterizzata dall’accumulo di grasso nelle cellule epatiche. La sua prevalenza è crescente e la manifestazione è normalmente asintomatica: i sintomi, infatti, non vengono percepiti fino a che la patologia non si aggrava.[2]
Per questo motivo, conoscere e riconoscere i seguenti segnali può aiutare il medico a identificare la situazione e a gestirla tempestivamente, prevenendo conseguenze più gravi.
Ecco le condizioni più comuni associati alla steatosi epatica:
- Astenia: sensazione persistente di affaticamento e debolezza che non migliora con il riposo. Questa stanchezza può influenzare negativamente la qualità della vita quotidiana, rendendo difficile svolgere anche le attività più semplici.
- Fegato ingrossato: in alcuni casi, il fegato può ingrandirsi a causa dell’accumulo di grasso, rendendone abbastanza facile il riconoscimento durante un esame fisico.
- Sintomi metabolici associati: la steatosi epatica è spesso associata a problematiche di tipo metabolico come l’obesità, il diabete di tipo 2 e l’iperlipidemia, condizioni che possono manifestarsi a loro volta associate ad altri sintomi, compresi cambiamenti del peso, sete eccessiva e minzione frequente.
Essere consapevoli di questi segnali è cruciale per chiunque sia a rischio di sviluppare fegato grasso.
Se noti una o più di queste manifestazioni, consulta il tuo medico per una valutazione approfondita.
Quali sono i fattori di rischio della steatosi epatica?
Il fegato grasso è una condizione subdola che evolve in modo silenzioso; inoltre, i fattori di rischio per la sua insorgenza sono molteplici e possono interagire tra loro, rendendo più grave la condizione.
Obesità
La correlazione tra obesità e steatosi epatica è molto forte: l’eccesso di tessuto adiposo, soprattutto nella regione addominale, aumenta il rischio di infiammazione e accumulo di grasso nel fegato.[3]
Dieta inadeguata
Un’alimentazione ricca di grassi saturi, zuccheri semplici e calorie in eccesso favorisce l’accumulo di grasso a livello epatico. Alimenti ad alto indice glicemico, come dolciumi, bevande zuccherate e fast food, sono particolarmente dannosi.[4]
Diabete mellito di tipo 2
L’insulino-resistenza, caratteristica del diabete di tipo 2, impedisce all’insulina di funzionare correttamente, innescando diversi meccanismi che hanno come risultato un aumento dei livelli di glucosio e di grassi nel sangue.
Questi eventi possono favorire l’accumulo di grasso a livello epatico.
Dislipidemia
Livelli elevati di trigliceridi e bassi livelli di HDL (colesterolo buono) nel sangue sono associati a un maggior rischio di sviluppare fegato grasso. Questi squilibri lipidici possono essere influenzati dalla dieta, dall’obesità e dalla genetica.[5]
Fattori genetici
Esiste una componente ereditaria nella steatosi epatica; alcuni geni possono aumentare la suscettibilità di un individuo all’accumulo di grasso nel fegato.
Consumo eccessivo di alcol
Il consumo di alcol può aggravare qualsiasi forma di steatosi epatica, incrementando il danno e l’accumulo di grasso.
Infezione da epatite C
Il virus dell’epatite C può alterare il metabolismo dei lipidi nel fegato, favorendo così l’accumulo di grassi nelle cellule epatiche. Questo fenomeno può peggiorare l’infiammazione e accelerare la progressione verso la fibrosi e la cirrosi.[6]
Sedentarietà
La mancanza di attività fisica contribuisce all’obesità e all’insulino-resistenza, entrambi fattori di rischio.
Età e sesso
La prevalenza tende ad aumentare con l’età. Inoltre, gli uomini sono generalmente più inclini delle donne a sviluppare questa condizione, sebbene le donne dopo la menopausa abbiano un rischio maggiore.
La comprensione di questi fattori di rischio è cruciale non solo per la diagnosi e la gestione della steatosi epatica, ma anche per l’adozione di misure preventive efficaci.
Quali sono le complicazioni che possono insorgere?
Il fegato grasso, se non gestito adeguatamente, può portare a una serie di complicazioni serie che influenzano non solo la salute del fegato, ma il benessere generale dell’individuo.
Una delle principali preoccupazioni è l’evoluzione della steatosi epatica in steatoepatite non alcolica, una forma infiammatoria che può danneggiare ulteriormente le cellule epatiche.
Questa infiammazione può progressivamente progredire in fibrosi, caratterizzata dall’accumulo di tessuto cicatriziale (fibroso) nel fegato che ne compromette la funzionalità.
La fibrosi può peggiorare fino a divenire cirrosi, una condizione molto grave contraddistinta dalla presenza di tessuto cicatriziale e noduli che riducono significativamente la funzionalità dell’organo.
La cirrosi è particolarmente pericolosa poiché aumenta notevolmente il rischio di insufficienza epatica, potenzialmente fatale, e può anche predisporre al cancro del fegato, una delle forme di tumore più gravi e difficili da trattare.
Oltre alle conseguenze circoscritte al fegato, questa patologia può influenzare altre parti dell’organismo. Ad esempio, essendo spesso associato alla sindrome metabolica (che include condizioni come ipertensione, obesità, dislipidemia e diabete di tipo 2) può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Queste possono culminare in eventi acuti gravi come attacchi cardiaci o ictus, sottolineando l’importanza di un approccio integrato nella gestione della steatosi epatica.
Inoltre, le complicazioni possono estendersi oltre i sintomi fisici, influenzando anche la qualità della vita e la salute mentale delle persone, con un impatto sulla capacità di svolgere attività quotidiane e sulla salute emotiva.[7]
Il fegato grasso è reversibile?
Il fegato grasso è effettivamente una condizione che può essere reversibile, soprattutto se identificata e trattata nelle sue fasi iniziali.
Tuttavia, la reversibilità dipende da diversi elementi, inclusi i fattori scatenanti, la rapidità di intervento e la disponibilità del paziente a impegnarsi in modifiche significative dello stile di vita.
Al contrario, le fasi avanzate di fibrosi e cirrosi non sono reversibili, anche se i sintomi e la progressione della malattia possono essere gestiti con un trattamento adeguato.
In questi casi, il focus si sposta sul prevenire ulteriori danni e complicazioni.[8]
Come si può prevenire l’insorgenza della steatosi epatica?
Prevenire l’insorgenza del fegato grasso è fondamentale per mantenere una salute epatica ottimale ed evitare complicazioni a lungo termine.
La prevenzione si concentra principalmente sulla gestione dei fattori di rischio e sulla promozione di uno stile di vita sano.
Ecco una panoramica completa delle strategie preventive.
- Adozione di una dieta equilibrata: una dieta nutriente, bilanciata e ricca di alimenti integrali è essenziale. È consigliato prediligere il consumo di verdura, frutta, cereali integrali e fonti di proteine magre come il pesce, il pollo e le leguminose, mentre è opportuno limitare il consumo di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri semplici e gli alimenti ultra-processati. Inoltre, è bene privilegiare il consumo di grassi sani come quelli presenti nell’olio di oliva, nei frutti di mare e nelle noci.
- Mantenimento di un peso corporeo sano: l’obesità è uno dei principali fattori di rischio per il fegato grasso. Perdere peso attraverso una dieta equilibrata e attività fisica regolare è un ottimo alleato nella prevenzione. È importante sottolineare che anche una modesta perdita di peso può avere effetti positivi significativi sulla salute del epatica.
- Attività fisica regolare: l’esercizio fisico aiuta non solo a controllare il peso, ma migliora anche la resistenza all’insulina, un altro fattore chiave nella promozione dell’insorgenza del fegato grasso. Si raccomanda di praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, come camminare velocemente, nuotare o andare in bicicletta.[9]
- Controllo del diabete e dei livelli di lipidi circolanti: per coloro che sono diabetici o hanno i livelli di colesterolo elevati, è essenziale mantenere sotto controllo queste condizioni attraverso la dieta, l’esercizio fisico e, se necessario, tramite l’assunzione di farmaci. Monitorare regolarmente questi valori con il proprio medico può aiutare a prevenire diverse patologie, tra cui il fegato grasso.
- Limitare il consumo di alcol: anche se la steatosi epatica non alcolica è una condizione ben distinta da quella alcolica, il consumo di alcol può esacerbarla. È dunque prudente limitarne o eliminarne del tutto il consumo.[10]
- Regolare controllo medico: visite regolari dal medico per controlli di routine possono aiutare a identificare e gestire precocemente i fattori di rischio. Adottando questi passi, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare la steatosi epatica e promuovere una salute a lungo termine.
Quali sono gli alimenti alleati per la salute del fegato?
Consumare alimenti che supportano la funzionalità epatica può contribuire alla riduzione dell’accumulo di grasso e a mitigare l’infiammazione.
Alimenti ricchi di fibre, antiossidanti, e grassi “sani” sono particolarmente benefici: tra questi, verdure a foglia verde come spinaci, cavoli e bietole sono eccellenti per la loro alta concentrazione di antiossidanti e fibre.[11]
Frutti come i mirtilli, i lamponi e le fragole sono ricchi di polifenoli, che proteggono il fegato dall’infiammazione. Anche i cereali integrali, come l’avena, il farro e il quinoa, sono importanti: la loro ricchezza in fibre aiuta a diminuire l’assorbimento degli zuccheri e, di conseguenza, a regolare la glicemia e a diminuire il carico epatico.[12]
I grassi sani sono un altro componente cruciale: l’olio d’oliva, ad esempio, è un’ottima fonte di grassi monoinsaturi che possono migliorare la salute del fegato regolandone l’infiammazione. Pesci grassi come salmone, sgombro e sardine sono ricchi di omega-3, i quali hanno dimostrato di contribuire all’abbassamento dei livelli di grasso accumulato nel fegato e di combattere l’infiammazione. Le noci e i semi, inclusi quelli di lino, chia e noci di macadamia, forniscono anch’essi grassi sani e fibre.[13]
Quali alimenti dovrebbero essere evitati in caso di fegato grasso?
Per chi soffre di steatosi epatica, è utile sapere che alcuni alimenti possono esacerbare la condizione e per questa ragione andrebbero evitati o perlomeno limitati.
Si tratta di alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e zuccheri che possono promuovere l’accumulo di grasso nel fegato e l’infiammazione.
Stiamo parlando di cibi fritti, spuntini preconfezionati, dolci e bevande zuccherate tra cui risaltano anche i succhi di frutta con zuccheri aggiunti.
Questi alimenti contribuiscono non solo all’aumento di peso ma anche all’instabilità dei livelli di glucosio nel sangue, aggravando ulteriormente la steatosi epatica.
I carboidrati raffinati trovati in prodotti come il pane bianco, la pasta e il riso bianco dovrebbero inoltre essere sostituiti con le loro controparti integrali per aiutare a gestire i livelli di insulina, modulare l’assorbimento dei lipidi e il conseguente accumulo di grasso nel fegato.[14]
Quali sono i trattamenti disponibili per il fegato grasso?
Oltre a seguire un’alimentazione equilibrata e, in generale, uno stile di vita sano, non esistono ancora medicinali specificamente approvati per il trattamento della steatosi epatica, anche se la ricerca afferma che alcuni farmaci utilizzati per trattare condizioni correlate potrebbero avere effetti benefici anche su questa patologia.
Ad esempio, i farmaci antidiabetici possono migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre l’accumulo di grasso nel fegato.[15]
Ciononostante, consigliamo sempre di consultare un medico e di non iniziare qualsiasi trattamento fai-da-te, poiché l’efficacia e la sicurezza possono variare da individuo a individuo.
I consigli di Manas
Per la fisiologica funzionalità epatica
-
23.00 €
Epatoguna
Dalla ricerca più avanzata sulla tecnologia degli esosomi, Guna apre nuovi orizzonti nella scienza della nutrizione.
La ricerca sulle microvescicole esosomiali ha portato alla scoperta di importanti complessi biologici, che hanno rivoluzionato la conoscenza delle modalità che le cellule utilizzano per dialogare ed interagire tra di loro.
Ispirata a questa avanguardia scientifica, la Linea Exoguna estende le frontiere dell’integrazione alimentare attraverso formulazioni specifiche, studiate per favorire la biovitalità di ogni distretto corporeo.
Epatoguna è un integratore alimentare a base di Fegato liofilizzato di suino, Colina e Tè verde; la Colina contribuisce al mantenimento della normale funzione epatica e aiuta a mantenere il fisiologico metabolismo dei lipidi. Il Tè verde (Camellia sinensis L. Kuntze) è antiossidante e contribuisce alla normale funzione intestinale.
[1] https://www.humanitas.it/news/steatosi-epatica-che-cose-e-come-si-previene/
[3] Antunes C, Azadfard M, Hoilat GJ, Gupta M. Fatty Liver. 2023 Jan 1. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan–. PMID: 28723021. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28723021/
[4] https://www.humanitas.it/malattie/steatosi/
[5] Antunes C, Azadfard M, Hoilat GJ, Gupta M. Fatty Liver. 2023 Jan 1. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan–. PMID: 28723021. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28723021/
[6] Cheung O, Sanyal AJ. Hepatitis C infection and nonalcoholic fatty liver disease. Clin Liver Dis. 2008 Aug;12(3):573-85, viii-ix. doi: 10.1016/j.cld.2008.03.005. PMID: 18625429.
[7] Antunes C, Azadfard M, Hoilat GJ, et al. Fatty Liver. [Updated 2023 Jan 1]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK441992/
[8] Sinn DH, Kang D, Guallar E, Choi SC, Hong YS, Park Y, Cho J, Gwak GY. Regression of nonalcoholic fatty liver disease is associated with reduced risk of incident diabetes: A longitudinal cohort study. PLoS One. 2023 Jul 18;18(7):e0288820. doi: 10.1371/journal.pone.0288820. PMID: 37463179; PMCID: PMC10353790.
[9] https://www.humanitas.it/malattie/steatosi/
[10] Antunes C, Azadfard M, Hoilat GJ, et al. Fatty Liver. [Updated 2023 Jan 1]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK441992/
[11] https://www.humanitas.it/malattie/steatosi/
[12] Freidoony L, Kong ID. Practical approaches to the nutritional management of nonalcoholic fatty liver disease. Integr Med Res. 2014 Dec;3(4):192-197. doi: 10.1016/j.imr.2014.09.003. Epub 2014 Sep 19. PMID: 28664097; PMCID: PMC5481766.
[13] Berná G, Romero-Gomez M. The role of nutrition in non-alcoholic fatty liver disease: Pathophysiology and management. Liver Int. 2020 Feb;40 Suppl 1:102-108. doi: 10.1111/liv.14360. PMID: 32077594.
[14] Berná G, Romero-Gomez M. The role of nutrition in non-alcoholic fatty liver disease: Pathophysiology and management. Liver Int. 2020 Feb;40 Suppl 1:102-108. doi: 10.1111/liv.14360. PMID: 32077594.
Leggi il disclaimer