Come ridurre le scorie azotate naturalmente

Le scorie azotate aumentano con l’assunzione di proteine e vengono smaltite dai reni. Come verificarne la presenza eccessiva e cosa fare.
Come ridurre le scorie azotate naturalmente

Cosa sono le scorie azotate

Le scorie azotate sono sostanze residue dei processi metabolici che, non potendo essere utilizzate dall’organismo, vengono eliminate dai reni.

Si tratta dunque di composti azotati ottenuti dalla digestione delle proteine, che tendono a formare ammoniaca nociva la quale, se non convertita in urea, aumenta il pH dei fluidi.

La maggior parte delle scorie azotate nell’organismo umano sono costituite da: urea, ammoniaca, acido urico e creatinina.

Eliminando tali composti attraverso l’urina, il corpo ristabilisce una parte del suo equilibrio omeostatico, ovvero è in grado di regolare:

  • la temperatura corporea
  • la pressione sanguigna
  • l’eliminazione dei liquidi
  • le concentrazioni di sodio e altri sali minerali nel sangue.

Come vengono smaltite le scorie azotate

Smaltire le scorie azotate è essenziale per la salute e ciò avviene mediante il ciclo dell’urea.
L’ammoniaca tossica, che viene prodotta dal metabolismo degli amminoacidi presenti nelle proteine e dalle fermentazioni che avvengono nel tratto digestivo, si trasforma in urea nel fegato e, attraverso la circolazione sanguigna, arriva nei reni dai quali viene eliminata attraverso le urine.

Azotemia alta, cosa mangiare e quando preoccuparsi

L’azotemia è la concentrazione di azoto non proteico nel sangue.

L’urea è la principale scoria azotata che si trova nell’organismo e la sua concentrazione nel sangue mostra lo stato della funzionalità renale.

Se l’azotemia è alta, vuol dire che vi è un accumulo di scorie azotate, creatinina e altri prodotti di scarto.

L’iperazotemia (azotemia alta) indica dunque che i reni non funzionano bene perché non sono in grado di espellere le elevate concentrazioni di azoto non proteico.

L’azotemia alta potrebbe essere causata da:

  • comportamenti alimentari sbagliati, come una dieta iperproteica o eccessivamente ipocalorica;
  • pratica sportiva intensa con grande impegno dei muscoli (come il body building), a causa della quale il corpo, avendo un aumentato bisogno di energia, incrementa il catabolismo muscolare;
  • abuso di farmaci a base di cortisolo;
  • gravidanza;
  • presenza di ustioni estese sul corpo;
  • patologie e alterazioni della circolazione del sangue.

Anche se le cause possono essere diverse, nella maggior parte dei casi, l’iperazotemia è correlata a patologie specifiche dei reni.
A seconda dell’area del rene che risulta essere compromessa, si possono riconoscere 3 tipi di azotemia:

Azotemia pre-renale

Essa si verifica quando il flusso sanguigno non circola agevolmente nei reni creando un accumulo di sostanze azotate.
Le cause di questo tipo di azotemia possono essere diverse: shock, disidratazione, emorragia, ipervolemia, ustioni, insufficienza cardiaca, insufficienza epatica.

Azotemia intra-renale

Si verifica quando il filtraggio delle scorie è compromesso da infezioni, condizioni infiammatorie, malattie renali (insufficienza renali, necrosi tubulare acuta, morbo di Addison, pielonefrite, ecc.), patologie di altra natura (ad esempio il diabete), uso di alcuni farmaci antibiotici e chemioterapici.

Azotemia post-renale

Questo tipo di azotemia prevede un blocco delle urine causato da problemi agli ureteri e alla vescica, come calcoli, infezioni e tumori.

Per ciascun tipo di azotemia esiste un trattamento specifico, ma se non si agisce in tempo e in maniera adeguata si potrebbe compromettere irreversibilmente la funzionalità renale.[1]

Cosa mangiare con l’azotemia alta?

In caso di iperazotemia è opportuno mangiare alimenti a basso contenuto di sodio, potassio, fosforo, magnesio e proteine.

Ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Consumare meno sale.
  • Ridurre notevolmente il consumo di alcuni tipi di pesce o carne, soprattutto quelli maggiormente proteici: vitello, pollo, tacchino, salmone, tonno e merluzzo.
  • Ridurre il consumo di uova, latticini e insaccati; preferire cibi di origine vegetale.
  • Mangiare soprattutto frutta, verdura e cereali per assicurarsi un giusto apporto di fibre.
  • Aumentare l’assunzione di liquidi, bevendo almeno 2 litri di acqua al giorno.
  • Quando l’azotemia è causata dal diabete, è opportuno limitare anche il consumo di carboidrati e zuccheri semplici.

Per accertarsi di avere un’alimentazione ben equilibrata e che non danneggi i reni, è consigliabile rivolgersi al proprio medico e/o allo specialista di fiducia.

Funzionalità renale

Per poter verificare lo stato della funzionalità renale, il medico prescrive un esame urinario ed ematologico in cui bisogna verificare i seguenti parametri:

  • azotemia
  • creatinina
  • sodio
  • potassio
  • cloro
  • calcio
  • fosforo
  • emocromo
  • acido urico
  • albumina urinaria.

Talvolta risulta necessario calcolare il rapporto azotemia-creatinina per capire quali possono essere le cause dell’aumento di tali valori. Questo rapporto, in condizioni fisiologiche, è compreso tra 10:1 e 20:1.

L’identificazione di questo valore è importante per verificare lo stato della funzionalità renale: se risulta più basso del valore normale, esso è dovuto a patologie che causano uno scarso apporto di sangue ai reni (come scompenso cardiaco e disidratazione); se invece fosse più alto, la causa potrebbe essere una patologia epatica o malnutrizione.

Azotemia alta nelle persone anziane

I valori dell’azotemia sono compresi tra 10 e 50 mg/dl, ma possono variare in base all’età e al sesso della persona.

Gli anziani, ad esempio, hanno un’azotemia più alta rispetto ai giovani poiché subiscono un fisiologico calo delle funzionalità organiche, comprese quelle dei reni.

Talvolta, il riscontro di un’alterazione di tale valore negli anziani potrebbe dipendere da un’alimentazione non bilanciata, dalla mancata attività fisica, dalla presenza di patologie (come il diabete).

Qualora però i risultati degli esami ematici dovessero presentare valori irregolari dell’azotemia, diventerebbe necessario rivolgersi al medico.

Visita specialistica

Se dalle analisi del sangue si evidenziano anomalie che riguardano l’azotemia e la creatinina, è opportuno sottoporsi a visita specialistica.

Il nefrologo, oltre a valutare gli esami ematici e urinari già effettuati, può richiedere ulteriori approfondimenti diagnostici (come ecografia e radiografia dei reni) per poter avere un quadro clinico completo.

Una volta elaborata la diagnosi, in base al disturbo o alla patologia, il medico prescrive una terapia specifica.

Rimedi naturali per la funzionalità dei reni

Rimedi naturali per la funzionalità dei reni

Quando si sospetta un calo della funzionalità renale, bisogna necessariamente rivolgersi al medico per ricevere consigli e cure adeguate.

Ciò che però si può fare in maniera autonoma è attuare una serie di comportamenti preventivi che possano contrastare lo sviluppo di condizioni che, nel breve o lungo periodo, potrebbero compromettere l’attività escretoria dei reni.

  • Prima di tutto è importante condurre uno stile di vita sano, avere un’alimentazione ben bilanciata e bere almeno 2 litri di acqua al giorno.
  • Non bisogna eccedere col consumo di proteine e di sostanze contenenti caffeina.
  • Assumere vitamina C è utile per proteggere tutti i tessuti del corpo, ma bisogna comunque chiedere consiglio al proprio medico prima di prendere un qualsiasi integratore.
  • Esistono anche fitoterapici e medicinali low dose utili per migliorare la funzionalità renale, ma soltanto il professionista esperto può consigliarli, dopo averli contestualizzati alla storia clinica del soggetto ed alle sue specifiche necessità.
  • Comunque, non si deve abusare di farmaci da banco, poiché potrebbero mettere sotto sforzo la funzionalità dei reni.[2]

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